venerdì 25 maggio 2012

Fare Spazio

Quando si hanno due bambini di sesso ed età diversi, l'arrivo del terzo comporta necessariamente dei cambiamenti logistici. La cameretta diventa quindi oggetto di mille dinamiche. Organizzative, psicologiche, emotive. Sistemare, riorganizzare, spostare, modificare. Sono azioni impegnative. 
Per di più in questi giorni il caldo inizia a farsi sentire e il pancione aumenta a dismisura portandosi dietro maggiori difficoltà di movimento e agilità.  Ed è così che mi ritrovo a desiderare di essere Alice nel Paese delle Meraviglie, dove tutto è relativo e tutto si può modificare. Anche le dimensioni delle stanze e del mobilio! Vorrei trasformare il pesantissimo vecchio armadio di 40 anni fa in un piccolissimo armadietto da infilare in tasca e trasportare senza fatica,  senza alcuna confusione, senza lasciare tracce !!(specialmente sul parquet, reso ormai irriconoscibile  per via degli innumerevoli graffi)!

Ma si sa, i bambini portano un certo scompiglio.
Il loro arrivo non è mai in sordina. Quasi mai composto e silenzioso. Sono la Vita che irrompe e che ci spinge ad andare avanti.  Con impeto e forza. Obbligandoci a dei cambiamenti. Ed è così che le modifiche in casa diventano simbolico movimento di apertura e di accoglienza verso il nuovo arrivo.
Fare spazio diventa quindi l'imperativo categorico degli ultimi mesi di gravidanza.
Fare spazio comporta eliminare il vecchio per lasciare spazio al nuovo.
Significa spostare quello che è sempre stato immutato per rendere tutto più funzionale.
Significa rinunciare a qualche elemento ad uso esclusivo personale per metterlo a disposizione di chi arriverà.  Significa cambiare dentro e fuori di sé.

Significare lasciare che il proprio ventre si allarghi, che i fianchi si modellino in modo nuovo, che il corpo faccia spazio alla rapida crescita del bambino dentro di sé.   Ma significa anche dargli uno "spazio mentale". Eliminare vecchie abitudini, vecchi modi di essere, per acquisirne di nuovi. Trovare nuovi equilibri, rendersi più funzionali alla nuova situazione. E significa anche sapersi fermare. Respirare. Meditare. Riflettere.  E cambiare la propria "cameretta mentale" in una cameretta davvero su misura della nuova famiglia!

Purtroppo non mi chiamo Alice e non sono neppure l'ombra della bionda ragazzina del Paese delle Meraviglie! Sono una donna, ormai molto più che ragazzina, e non possiedo nessun biscottino "riduci dimensioni"! Mi tocca quindi faticare per fare scatoloni, liberare vecchi armadi e chiedere aiuto agli uomini di casa per traslocare il vecchio e montare il nuovo!
Già. Alla fatica non si sfugge. Così come non si sottraggono ad essa gli altri figli più grandi, che, disorientati dalla perdita provvisoria dei loro letti e dei loro punti di riferimento, devono fare enorme esercizio di pazienza e di accettazione. 

Proprio come durante un parto.
Proprio come succede sempre nella vita reale.
Una fatica che va semplicemente accettata, attraversata, affrontata. Mettendo in atto tutti gli strumenti che inaspettatamente ci ritroviamo ad avere ed attivando tutte le nostre potenzialità. 
Perché è solo così che il risultato finale sarà davvero eccellente!
Solo affrontando la fatica di un trasloco ci si può regalare una sistemazione migliore.
Solo affrontando i notevoli cambiamenti delle proprie camerette i bambini più grandi iniziano a percorrere  la strada dell'accoglienza serena del fratellino in arrivo.
Ed è solo rendendosi capaci di "fare spazio" in tutti i sensi al nuovo bebè che si inizia davvero ad essere i suoi incredibili genitori!!

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