“Ogni neonato che aiutiamo a venire al mondo con dolcezza, ogni neonato che allattiamo, ogni madre che proteggiamo, sosteniamo, onoriamo,

è un passo avanti verso una società globale sana e in pace.” Ibu RobinLim

venerdì 17 febbraio 2012

Latte e Neve


“.....non riesco a portare a casa delle bottiglie d' acqua, ho due bambini e sono senza macchina, tre giorni che manca l'acqua e le scorte di acqua potabile sono agli sgoccioli. Ci rimangono 2 bottiglie.... io non so che fare. Tanto per farvi sapere, in paese ci sono case che non hanno nemmeno la luce, si parla tanto della mancanza della luce, e sono d'accordo, per i riscaldamenti ma anche senza acqua si muore. Possibile che nessuno pensi a distribuire dell'acqua? Qui c'è gente che prende la neve e la fa sciogliere nelle pentole, io non posso dare quell'acqua ai miei bambini. Confido che il vostro giornale, che ho sempre stimato, alzi questa questione, che mi sembra sia stata poco sottolineata. mamma G” (estratto dal sito “Libero 24x7” -17 febbraio) 
Mezza Italia si è trovata improvvisamente sotto la neve. In alcuni casi proprio schiacciata dalla neve, isolata, in situazioni di vera criticità.

Mentre osservavo le immagini drammatiche provenienti dai telegiornali mi è spesso passata per la mente la parola “emergenza”. In questi anni mi è capitato più volte di parlare e leggere di nascita e allattamento in situazioni di emergenza. Solo pochi anni fa il tema annuale della Settimana Mondiale per l’Allattamento Materno (SAM) era proprio questo. E tutto il mondo ha prestato attenzione alle situazioni disperate del dopo tsunami, dell’uragano Katrina, del terremoto ad Haiti. 
Tutte situazioni lontanissime da noi.
Così tanto lontane che quasi non riusciamo a percepirle, a viverle nel  profondo, quasi nemmeno ad immaginarle. E così, sempre troppo velocemente, si dimenticano.
Eppure nello stesso anno in cui la SAM contribuiva a diffondere importanti e utili documenti sulla gestione delle emergenze per la tutela della salute materno-infantile, proprio in Italia si è verificata una nuova emergenza. Il terremoto a L’Aquila.
Ed improvvisamente la parola emergenza è diventata vicinissima. Vicinissima ai nostri sguardi, ai nostri vissuti, ai nostri cuori. E ci siamo resi conto che le emergenze accadono anche da noi, anche ai nostri giorni, anche alle nostre mamme e ai nostri bambini.
E accadono anche solo per una semplicissima ondata di neve e freddo.
Come in questi questi giorni.
Case isolate, interi villaggi irraggiungibili, una moltitudine di famiglie senza acqua nè riscaldamento, spesso anche senza gas ed energia elettrica. E questo non per qualche ora, ma a volte per interi giorni.
Ed è così che ho ripensato molte volte alla parola “emergenza” e ai documenti con le raccomandazioni nella gestione delle emergenze in ambito materno-infantile.
Eh sì. Perchè sotto la neve, in Italia, isolati da tutto per giorni, ci sono state anche molte mamme e molti bambini. Alcuni anche molto piccoli, alcuni neonati, alcuni in attesa di nascere nel ventre caldo della propria madre. 
E non ho potuto fare a meno di pensare (scusate la deformazione professionale) alla situazione dei bambini allattati artificialmente. In una situazione nella quale anche solo reperire le giuste scorti di latte artificiale diventa difficile, immaginiamo la preparazione di un biberon di latte. Per ricostituire correttamente e in totale sicurezza il latte formulato (secondo le direttive OMS) c’è bisogno  di far bollire e sterilizzare l’acqua potabile (anche quella in bottiglia) portandola a 100°C e poi a 37°C, sciogliere la polvere nell’acqua sterile e somministrarla in un contenitore (biberon e tettarella) pulito e possibilmente sterilizzato. C’è quindi bisogno di acqua pulita e di gas (o energia elettrica) per sterilizzare il tutto. Nel caso di latte artificiale liquido la sicurezza contro la presenza dei batteri è più alta e non c’è bisogno di acqua sterilizzata, ma c’è bisogno di un frigorifero perfettamente funzionante e di scorte maggiori in quanto se ne consuma molto in brevissimo tempo. 
Lascio a voi immaginare la scena e trarre le dovute conclusioni.
Non siamo in Africa, non siamo in presenza di uno tsunami. 
Siamo in un Italia sotto la neve, eppure anche solo preparare un biberon di latte in certe circostanze può essere considerato una vera e propria emergenza.
Cosa dire allora?
Cosa dire di fronte ai contenuti dei documenti OMS che raccomandano che durante le emergenze le forniture gratuite di latte artificiale non devono essere indiscriminate e massicce ma essere rigorosamente controllate? Come si gestisce un allattamento artificiale quando non si possiede acqua sterile nè frigoriferi funzionanti?
E’ una situazione davvero così inimmaginabile, davvero così remota e lontana??
Non è forse meglio prevenire e sostenere adeguatamente la coppia mamma/bimbo anche e soprattutto durante una emergenza, preparandola ad allattare esclusivamente al seno il proprio neonato? aiutandola piuttosto a trovare un ambiente pulito e sano e nutrendola adeguatamente?
E forse allora, anche nel nostro paese, anche nella nostra comoda e facile Italia, possiamo pensare che prevenire è meglio e che allattare al seno può rappresentare una garanzia di salute e benessere in ogni circostanza, anche quella di una emergenza. 
Anche sotto la neve.

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