“Ogni neonato che aiutiamo a venire al mondo con dolcezza, ogni neonato che allattiamo, ogni madre che proteggiamo, sosteniamo, onoriamo,

è un passo avanti verso una società globale sana e in pace.” Ibu RobinLim

domenica 12 febbraio 2012

Zucchine e Patatine Fritte


E’ domenica. La Messa, il vestito buono, il pranzo...
Sì. Quel pranzo che dovrebbe essere IL pranzo per eccellenza. La Festa. Il momento dove la famiglia finalmente si riunisce con calma e si prende il tempo per gustare cibo e compagnia, il dolce e la dolcezza dello stare insieme. Bene. Peccato che non sempre sia così. In casa mia il momento del pranzo è un delirio che rasenta l’incubo.
Specie quello della domenica!
Ogni volta c’è qualcosa che non va.
Il sugo perchè è rosso, la pasta con l’olio perchè ha l’olio, quella con il ragù perchè ha pezzetti di cipolla che spuntano quà e là, le verdure perchè sono verdure e non sia mai che qualcuno sappia che ho ingerito impunemente delle cose di colore verde!!!!!!! E così via!
Alla faccia dell’attenzione spasmodica che ho sempre prestato all’alimentazione nella primissima infanzia!! Nessun omogeneizzato, rarissime farine precotte, e rigorosamente tutto biologico. Tanta frutta e verdura, pochissima carne (non sono vegetariana ma di certo non abuso di carne..), ottimo pesce, svariati legumi, latte di soia, yogurt bio senza zuccheri etc. etc.. Il tutto a partire dopo il 6 mese (con la mia seconda anche quasi al 9 mese), senza sospendere il preziosissimo allattamento al seno, e il tutto condiviso dall’intera famiglia. Io per prima. 
E tutto andava bene. Fino ai 3/4 anni i miei figli hanno mangiato che è un piacere. Tutto e sano. Uno dei piatti preferiti era la pasta con le zucchine e il passato di verdura. Quale soddisfazione! Il mio primo figlio non ha mai visto una merendina e ha scoperto l’esistenza delle caramelle all’ingresso della scuola materna (quando con mio enorme disappunto la maestra gliene ha data una senza il mio permesso!). Lui che mangiava cioccolato solo a Pasqua e una delle sue merende preferite era lo yogurt con la frutta fresca. 
Mio orgoglio e soddisfazione!
E quale bellissima sensazione vedere il mio nipotino di quasi un anno mangiare con gusto fusilli (interi) e fagiolini o sapere che il figlio della mia mitica socia a due anni ha come piatto preferito la pasta coi broccoli!
Insomma, un osanna alla cosiddetta “alimentazione complementare del lattante”, così come prescritto dai dettami dell’OMS, che non prende minimamente in considerazione nè omogeneizzati, nè pappe pronte, nè farine speciali pieni di conservanti, dal sapore alterato e dalla consistenza perennemente cremosa.
Ma poi cosa succede??? Cosa è successo ai miei splendidi bambini dall’alimentazione perfetta?
Non lo so. Credo siano stati contaminati dal mondo!
Da quella cultura banale che prevede che le verdure fanno schifo, che i pezzettini di qualcosa di poco identificato che spuntano nel piatto sono paragonabili al peggiore dei veleni, e che la merenda migliore è quella che porta a scuola l’amico e che si pubblicizza in televisione, e che tutto quello che dice la mamma è in generale da aborrire.
Quale delusione e fatica!
La preadolescenza mette alla prova bambini e genitori, coinvolge su tanti fronti e compromette anche i fratelli minori. Ed è così che tutto quello che hai impostato prima viene spazzato via in un attimo, che la sorellina più piccola segue come un’ombra i dettami (ridicoli) del fratello e manda a quel paese tutto quello che finora aveva gustato senza problemi. Ed il pranzo diventa un incubo!
E allora, cosa fare?
Cedere alle mode del momento? Nutrirli di omogeneizzati fino ai 3 anni e imbottirli di “merendine” durante gli intervalli scolastici? Dimenticare le verdure e proporre solo le mitiche “patatine fritte”????
Non ci riuscirei mai.
Ma non posso nemmeno più passare per la mamma “strega” che perde ogni confronto con le altre “meravigliose” mamme degli amici di scuola!
Insomma, parola d’ordine: compromessi e flessibilità!
Come sempre. Come in qualsiasi cosa. Come sto imparando a fare in ogni settore della mia vita di mamma e non solo.
Non posso essere inflessibile. Non posso essere sempre e solo ferma e rigida nelle mie idee. Per quanto idee giustissime e salutari, devo fare i conti con la psicologia. Con quella psicologia particolare che fà sì che tutti i giovani rampolli di casa nostra vogliano contrapporsi a noi e alle nostre idee. Qualunque esse siano. Qualsiasi età essi abbiano.
A due anni, come a 11; sul cibo, così come sul dormire; sui giocattoli così come sui vestiti.
Ed è così che misuriamo la nostra pazienza e il nostro stesso modo di essere.
Quanto rimanere saldi? Quanto concedere? Quanto spiegare e quanto imporre?
Difficilissimo trovare la risposta e la strada giusta.
Diffido moltissimo di tutti gli esperti che propongono “ricette” pronte e “metodi” infallibili.
Non ci credo minimamente. E so per certo che alla lunga non funzionano! Possono apparentemente risolvere un problema circoscritto, una circostanza... ma non risolvono la Vita. Perchè la Vita non si risolve. La Vita la si vive e basta. Giorno per giorno. Con tutte le fatiche, le prove, gli errori che ogni giorno ripetiamo, e che ci mettono continuamente alla prova. A noi, come ai nostri figli. 
Si deve crescere, vivere, sperimentarsi, cambiare e modificarsi ... continuamente.
Trovando giorno per giorno un nuovo equilibrio. Precario, instabile, momentaneo equilibrio... Che ci rende comunque più vere, più umane, più mamme!
Mamme che sanno di zucchine e che profumano di patatine fritte.

1 commento:

  1. sono perfettamente d'accordo...si cerca di insegnare loro cosa secondo noi è meglio, ma poi si confrontano con il mondo e non sempre quello che a nostro parere è giusto sarà poi quello che i nostri figli decideranno di fare. a noi sta fornire una chiave di lettura che poi loro useranno come meglio credono, speriamo nel migliore dei modi...anche perchè, come tutti noi, i bambini dovranno vivere in questa società, che prevede anche merendine, cartoni animati e videogiochi e un pò bisogna anche sapere cedere se non si vuol fare di loro dei "disadattati". è necessario delimitare e circoscrivere, ma non proibire tutto. non devono combattere loro le nostre battaglie.

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